DOMANDA 

Buongiorno, sono  dipendente di una ULSS e lavoro come Operatrice Socio Sanitaria. A dicembre 2020, accusando mal di testa e dolore alla schiena, sono stata sottoposta al tampone Covid-19 che è risultato purtroppo positivo.

Dopo aver denunciato il caso come infortunio, sono seguite molte giornate in cui, nonostante un successivo tampone negativo, il senso di affaticamento e malessere non accennava a diminuire; motivo per il quale il mio medico curante emetteva certificati di continuazione fino alla metà di gennaio 2021.

In occasione della visita per la riammissione al lavoro, il Medico Competente dichiarava di non capire come fosse possibile che acusassi ancora questi postumi dopo l'esito negativo del 2° tampone, affermando addirittura che il periodo regolare di infortunio si  sarebbe dovuto concludere a fine dicembre! 

Come mi posso tutelare?

RISPOSTA

Purtroppo, ad oggi, non vi sono evidenze scientifiche chiare circa il perdurare di alcune sintomatologie, e pertanto molto è lasciato alla valutazione diagnostica del singolo medico. Tuttavia sappia che, qualora l’Inail ritenesse di non dover riconoscere il periodo di temporanea per tutto il tempo indicato dal suo medico curante, può sempre proporre un ricorso contro tale decisione. 

Fatte le dovute valutazioni, può rivolgersi alla sede Inca più vicina per avere i chiarimenti necessari e se sussistono i presupposti avviare la richiesta di riesaminare la sua situazione.

Le ricordiamo che per sottoporre ulteriori domande al Patronato della Cgil può scrivere al seguente indirizzo: tutela.covid@inca.it