DOMANDA
Buongiorno, sono un addetto alle casse di un supermercato. Nel mese di dicembre 2020, ho accusato i primi sintomi febbrili, e, sottoposto al tampone, sono purtroppo risultato positivo al Covid-19. Sono pressochè certo di aver contratto l’infezione a lavoro (vivo da solo, e nei giorni precedenti l’infezione non ho frequentato praticamente nessuno, essendo impegnato in un trasloco): ma come posso riuscire a dimostrare di aver subito un infortunio sul lavoro? Ovviamente, non ho idea di chi, tra il pubblico che ho servito, possa avermi trasmesso il contagio…come si supera questo problema?
RISPOSTA
Fin dall’inizio della pandemia, il nostro ordinamento ha tentato di introdurre, per i casi di Covid contratti sul lavoro, dei “meccanismi” che, in presenza di determinate situazioni, potessero permettere un più agevole riconoscimento del caso. Nello specifico, per i lavoratori della sanità, e successivamente anche per tutti quei lavoratori che hanno uno stretto e continuo contatto con il pubblico (addetti a front office, cassieri ecc.) è prevista la cosddetta “presunzione semplice di origine” (vale a dire: il fatto che si abbia contatto con una moltitudine indistinta di utenza porta a far ritenere più possibile il contagio in ambito lavorativo piuttosto che extralavorativo). Ovviamente, il riconoscimento del contagio come infortunio non è automatico, ma non è neppure necessario che il lavoratore, in questi casi, debba ricostruire la catena di contagio per dimostrare che il contagio sia avvenuto in occasione di lavoro. E’ altrettanto ovvio che le situazioni, da lei rappresentate (vivere da solo, non aver avuto contatti al di fuori del lavoro), possano, senza ombra di dubbio, aiutare nel riconoscimento del caso.