L'adeguamento delle pensioni al costo della vita sarà modulato in ragione delle fasce di reddito. E' quanto spiega l'Inps in una nota pubblicata il 21 dicembre sul sito istituzionale, in applicazione del del decreto ministeriale del 17 novembre 2021, che ha stabilito in 1,7% la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2021, con effetto sui ratei a partire dal 1° gennaio 2022, calcolato in base all’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat.
La rivalutazione, quindi, sarà modulata nel seguente modo:
- 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
L'Inps precisa inoltre che il trattamento minimo di riferimento è pari a quello del 2021 che è di 515,58 euro.
Nello stesso messaggio, l'Istituto ricorda che tale adeguamento si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive; nonché alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.