Cresce la domanda di assistenza e l'Inca Cgil avvia un processo di riorganizzazione e implementazione delle sedi di patronato all'estero.
Con questo intento, si sono svolte in Svizzera due giornate di dibattito e confronto, che sono state anche un'occasione per trarre un bilancio dell'attività di tutela individuale in una delle regioni del mondo dove risiede una importante comunità di italiani (nel 2020 risultano iscritti all’Aire 639.508). "C'è stato un proficuo confronto - riferisce il presidente Inca Michele Pagliaro - con le associazioni dei cantoni francese, tedesca e italiana per discutere di come favorire la crescita della nostra azione nei confronti dei tanti cittadini Italiani residenti, ma anche frontalieri".
Un ‘attività significativa quella svolta dall’Inca in favore dei cittadini, cosiddetti “frontalieri”, che sono molti: secondo l'Ufficio federale di statistica oltre 85 mila, di cui 74.032 solo in Ticino, per lo più provenienti dal Piemonte, dalla Val D’Aosta, dalla Lombardia e dell’Alto Adige che, ogni giorno, varcano il nostro confine nazionale per raggiungere il loro posto di lavoro."Ogni anno - chiarisce Pagliaro -, l'Inca Cgil assiste circa 20 mila persone lavorando 10mila pratiche, molte delle quali non sono coperte da alcun rimborso ministeriale". Le materie sulle quali si è discusso vanno dall'assistenza previdenziale e socioassistenziale all'emergente richiesta di una maggiore informazione fiscale: un servizio a 360 gradi, che spazia dalla tutela individuale a quella collettiva. Nel corso delle due giornate sono state rappresentate anche alcune attività espletate con la collaborazione di Itaca.
In Svizzera, il Patronato della Cgil fornisce assistenza ai nostri connazionali presenti su tutto il territorio elvetico, con la presenza a Basilea, Winterthur e Berna (Svizzera tedesca); Bellinzona, Locarno, Manno (Svizzera italiana ); Neuchatel, Ginevra e Losanna(Svizzera francese).