“Le sfide che abbiamo difronte ci impongono di interrogarci sulla nostra capacità di rappresentare, davvero, gli interessi di chi è costretto a lavorare per vivere e di chi è spinto contro la propria volontà ai margini della società con salari bassi e tutele dimezzate, per via di politiche attive sbagliate e neoliberiste, a difesa pressoché totale dei profitti delle imprese. Dobbiamo riflettere sulle nostre lotte, sui nostri risultati, ma anche, sulle nostre sconfitte, sui nostri limiti, sui nostri ritardi”. Così Michele Pagliaro, presidente Inca Cgil dal palco di Rimini, nel  suo intervento al XIX congresso della Cgil. 

“Su ognuno di noi ricade il peso della responsabilità, figlia del tempo che stiamo vivendo, che non possiamo fare finta di non vedere” – ha proseguito. “Abbiamo vissuto anni inediti, attraversati prima dalla crisi finanziaria, economica, sociale, pandemica e poi dai conflitti internazionali e da guerre che adesso, addirittura, si stanno svolgendo nel cuore dell’Europa col rischio concreto di un’escalation nucleare.

“Quell’Europa neoliberista e austera che pensa di fermare i migranti chiudendo ed esternalizzando le proprie funzioni istituzionali ad altri paesi, oppure, di fermare il disegno imperialista della Russia di Putin conducendo una guerra per procura, attraverso l’interminabile invio delle armi. Non credo sia questo il modo migliore per risolvere i problemi!” Manca l’Europa sociale, dei cittadini, dell’accoglienza, per la Pace, per lo sviluppo e per il progresso. 

“L’Inca Cgil, dal proprio osservatorio, vede che nel nostro paese aumentano le diseguaglianze e le povertà. Una condizione sociale che noi come Patronato, al pari di tante Compagne e Compagni delle Categorie e della Confederazione, ogni giorno, osserviamo da vicino e leggiamo, per certi aspetti, intimamente, perché rappresentiamo quel presidio di prossimità, immaginato da Giuseppe di Vittorio, nel 1945, che continua a fare la differenza, e che durante il difficile momento della pandemia abbiamo reso ancora più tangibile, evidente e soprattutto utile”.

“Abbiamo il dovere di agire più velocemente, in modo capillare, e soprattutto inclusivo; dobbiamo rendere protagonisti gli ultimi e con loro le lavoratrici e i lavoratori in ogni luogo di lavoro, anche rendendo più fruibili le nostre sedi.

La parola chiave è “coinvolgimento”, che si traduce anche nel saper cogliere, ad esempio, le potenzialità positive della tecnologia, delle sinergie fra i diversi servizi, fra i servizi e le Categorie. Tutti aspetti di un futuro ormai presente che non possiamo permetterci di trascurare”. 

Come Inca faremo la nostra parte, consapevoli che la sinergia fra tutela individuale e collettiva crea valore aggiunto e protezione sociale.