Vogliamo più rispetto, più salario e più tempo. Sono queste le rivendicazioni delle donne elvetiche che ieri hanno incrociato le braccia in segno di protesta contro le politiche del governo. Alla manifestazione hanno partecipato delegazioni di Cgil, Inca nazionale e Inca Svizzera, Itaca e SPI, in segno di solidarietà per la tutela dei diritti delle donne.
Dallo sciopero del 2019, dicono i manifestanti, le donne non hanno visto alcun miglioramento: è aumentata l’età pensionabile da 64 a 65 anni e i loro salari sono inferiori con un gap di circa 9.400 franchi l’anno rispetto a quelli degli uomini; inoltre, le donne subiscono anche discriminazioni o molestie sessuali.
Alla protesta, si stima che almeno mezzo milione di donne siano scese in piazza in questi anni per rivendicare uguali diritti. Presenti le lavoratrici frontaliere che sono coinvolte nelle stesse problematiche. Si è trattato di una mobilitazione importante che ha dato voce a chi si sente colpito, perché lottare insieme è fondamentale, hanno gridato i manifestanti, sottolineando anche il fatto che in Svizzera soltanto nel 1979 le donne hanno conquistato il diritto di voto.