Ottant’anni di impegno, ascolto e vicinanza. La ricorrenza celebrata il 19 settembre a Pescara, presso la sede regionale della CGIL, non è stata soltanto un anniversario: è stata l’occasione per guardare indietro a una storia fatta di solidarietà e di conquiste, ma anche per proiettarsi verso le sfide del presente e del futuro. L’evento, dal titolo “Una storia di tutele e diritti: 80 anni di INCA Abruzzo Molise”, si è inserito nel calendario nazionale delle celebrazioni del Patronato INCA CGIL, nato nel 1945 per offrire assistenza, consulenza e difesa ai lavoratori e alle lavoratrici.
La mattinata si è aperta con una testimonianza intensa, in una giornata segnata da scioperi e manifestazioni per Gaza in tutta Italia: quella di Martina Paesani, infermiera di Medici Senza Frontiere, che ha condiviso la sua esperienza a Gaza. Subito dopo, i presenti hanno assistito alla proiezione di un video realizzato da Collettiva, che ha ripercorso le tappe salienti della presenza dell’INCA in Abruzzo e Molise. A introdurlo, il coordinatore regionale Mirco D’Ignazio, che ha tracciato il filo rosso che lega passato e presente del patronato.
Al centro dell’iniziativa il dibattito “Dove vanno i diritti?”, moderato dal giornalista Lorenzo Colantonio. Sul palco si sono confrontati Fausta Guarriello, docente dell’Università “D’Annunzio”, Carmine Ranieri, segretario generale della CGIL Abruzzo Molise, Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e delegato ANCI per l’immigrazione, e Mauro Soldini, in rappresentanza della Presidenza nazionale dell’INCA.
Un confronto ricco, che ha intrecciato i temi del lavoro, del welfare e della pace, mostrando come le battaglie di ieri trovino eco nelle sfide di oggi.
Per Mirco D’Ignazio, il cuore dell’esperienza INCA è sempre stato il rapporto diretto con le persone: “Seppur diverse, tutte le nostre esperienze hanno sempre avuto un unico comune denominatore: l’attenzione, la cura, la preoccupazione per i bisogni delle nostre assistite e dei nostri assistiti. Siamo stati al loro fianco in momenti drammatici: dalla tragedia di Marcinelle al terremoto dell’Aquila, abbiamo ripreso le attività persino in uffici di fortuna, offrendo non solo servizi ma vicinanza umana. Abbiamo condotto tante e tanti al riconoscimento di diritti che non sapevano di avere, tutelandoli sul lavoro e accompagnandoli verso l’emancipazione”.
D’Ignazio ha sottolineato come il contesto attuale sia attraversato da sfide difficili: pensioni sempre più povere, precarietà, crisi industriali, sanità in affanno e spopolamento delle aree interne. A rendere tutto più complesso, ha detto, è anche il tentativo di dividere: “Quello che ci troviamo a contrastare è il tentativo di mettere i penultimi contro gli ultimi, attribuendo colpe a chi vive condizioni ancora peggiori. Noi invece continuiamo a batterci per un welfare inclusivo e per la dignità di tutte e tutti”.
Mauro Soldini ha poi posto l’attenzione sul ruolo dei patronati dentro il sistema di welfare locale: “La rete di prossimità dell’INCA rappresenta un prezioso osservatorio capace di cogliere e interpretare i cambiamenti in atto all’interno del nostro sistema di protezione sociale. Il welfare locale, in cui il patronato ha via via ampliato il proprio intervento, è diventato un pilastro fondamentale. Ma oggi pesa il divario territoriale: secondo l’ISTAT, al Nord si spendono in media 197 euro pro-capite per il welfare locale, mentre al Sud si scende a 72, con punte minime di 37 euro in Calabria. Una fotografia preoccupante che rischia di peggiorare con l’autonomia differenziata. Per questo i patronati hanno un compito decisivo: tradurre i bisogni reali in nuove politiche sociali e legislative”.
Soldini è poi intervenuto sulle nuove sfide della tutela: “Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale offrono nuove opportunità per semplificare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione, ma rischiano di ampliare le disuguaglianze digitali e compromettere l’accesso effettivo ai diritti. La piena cittadinanza non si misura sulla sola disponibilità di strumenti tecnologici, a cui peraltro non tutti hanno accesso, ma sulla possibilità concreta di esercitare i propri diritti sociali e di welfare. In questo scenario, il Patronato svolge un ruolo insostituibile di prossimità, accompagnamento e garanzia di equità, affinché la digitalizzazione e l’IA non diventino barriere ma strumenti di inclusione e giustizia sociale.”
Gli ottant’anni dell’INCA in Abruzzo e Molise non sono soltanto una celebrazione della storia: sono la testimonianza di un percorso di tutela che continua ad avere radici nel presente in cui il patronato si conferma un presidio essenziale, soprattutto per chi vive in condizioni di maggiore fragilità.
In un tempo segnato da crisi economiche, precarietà e conflitti sociali, il messaggio emerso a Pescara è chiaro: non c’è futuro senza diritti, e non c’è giustizia sociale senza la capacità di ascoltare e dare risposte concrete.