A Trieste il convegno per i 60 anni del DPR 1124: una pietra miliare da rafforzare

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INCA CGIL ha partecipato al convegno dedicato alla tutela assicurativa e alle malattie professionali a 60 anni dal DPR 1124/1965, un appuntamento importante per riflettere su come consolidare e ampliare un impianto normativo che, fin dalla sua nascita, ha rappresentato una tappa fondamentale nella protezione delle lavoratrici e dei lavoratori. Il dibattito si è svolto nell’Aula di Corte d’Assise del Tribunale di Trieste, una cornice istituzionale che richiama il valore della giustizia e dei diritti.

INCA CGIL ha portato il proprio contributo con l’intervento di Sara Palazzoli, del Collegio di Presidenza, che ha ricordato il valore storico del Testo Unico del 1965, nato in una fase di grande trasformazione economica e capace di porre basi solide per il riconoscimento dei danni da lavoro.

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Oggi, però, il panorama occupazionale è profondamente diverso: nuove professioni, nuovi rischi a cui le lavoratrici e i lavoratori sono esposti, forme contrattuali e settori non previsti dal modello industriale dell’epoca richiedono un ampliamento delle tutele per garantire che nessuno resti escluso.

“Il Testo Unico del 1965 resta un riferimento fondamentale — ha osservato Palazzoli — e nel corso degli anni molte disposizioni sono state integrate dalla giurisprudenza. L’evoluzione del lavoro ha portato all’emersione di nuove categorie - dai lavoratori dello spettacolo agli sportivi, ad esempio - che meritano una tutela chiara e pienamente riconosciuta.”

Uno dei temi centrali sollevati da Palazzoli riguarda la franchigia. Oggi, un lavoratore a cui INAIL riconosce un danno tra l’1% e il 5% non riceve alcun indennizzo, con un evidente vulnus di tutela. INCA da anni chiede l’abbassamento della soglia, perché il danno — anche minimo — deriva comunque da una mancanza di prevenzione. Questa situazione, inoltre, può disincentivare la denuncia e perfino esporre la lavoratrice o il lavoratore al rischio di dover pagare le spese legali se in giudizio il danno viene valutato sotto il 5%.

Altrettanto critica la questione del riconoscimento dei tumori da amianto, che emergono a distanza di oltre 30 anni e condannano le lavoratrici e i lavoratori a morte certa. Oggi si registra un arretramento: alle famiglie viene ancora chiesto di dimostrare l’esposizione attraverso percorsi lunghi e complessi, anche quando la prova dovrebbe portare a un riconoscimento immediato, dato che il mesotelioma è una malattia professionale tabellata.

L’aggiornamento del Testo Unico non rappresenta dunque una messa in discussione delle sue fondamenta, anzi: si tratta di valorizzare una pietra miliare per renderla ancora più aderente alla realtà del lavoro contemporaneo.

Un’evoluzione che permetterebbe di estendere la protezione a categorie oggi non coperte, consolidare i diritti esistenti e assicurare una tutela effettiva, equa e accessibile per tutte e tutti.

INCA continuerà a impegnarsi affinché ogni infortunio e ogni malattia professionale trovino un riconoscimento certo, rapido e giusto: perché la tutela del danno resti un caposaldo, capace di accompagnare il lavoro che cambia senza lasciare indietro nessuno.