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Le celebrazioni per gli 80 anni dell’INCA CGIL hanno fatto tappa il 15 dicembre a Castelfidardo, in provincia di Ancona, dove INCA Marche ha organizzato l’incontro “La tutela di oggi nella previdenza e nel danno da lavoro”. Una giornata di approfondimento che ha posto l’accento sul ruolo del patronato nei processi di tutela individuale, con un focus sulle trasformazioni in atto nel sistema previdenziale e nel riconoscimento delle patologie professionali.

“In un mondo che cambia a ritmi vertiginosi – ha ricordato in apertura Stefano Calvio, direttore INCA Ancona e referente formazione INCA Marche – il ruolo dei patronati rimane cruciale. La complessità delle normative previdenziali, assistenziali e del lavoro richiede una bussola, un faro capace di orientare i cittadini smarriti nel dedalo burocratico. Il patronato non è un semplice sportello di pratiche; è un presidio di democrazia, un luogo dove il diritto astratto si trasforma in diritto esigibile, dove la solidarietà non è una parola vuota, ma azione concreta.”

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Un’introduzione che vuole essere ponte tra passato e futuro, accompagnata dalla proiezione di un estratto dell’intervento dell’onorevole Aladino Bibolotti, primo presidente di INCA, pubblicato nel gennaio 1947 sul bollettino L’assistenza sociale. Un riferimento alle origini del patronato che ha offerto lo spunto per riflettere sulla continuità del lavoro di assistenza e orientamento garantito sul territorio.

La coordinatrice INCA CGIL Marche, Silvia Cascioli, ha poi tracciato il quadro delle sfide attuali della tutela sociale, fornendo anche i numeri dell’attività del patronato nella regione. “Nelle Marche – ha sottolineato Cascioli – INCA garantisce una preziosissima rete di prossimità con 5 uffici provinciali, 30 sedi ministeriali e 45 permanenze: 95 operatrici e operatori che garantiscono la tutela individuale di cittadine e cittadini, con oltre 130 mila pratiche aperte in un solo anno. Una base solida che ci vede proiettati nel futuro, con un importante progetto di digitalizzazione che abbiamo avviato nel 2022”.

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Sono seguiti i saluti istituzionali di Emanuela Zambataro, direttrice regionale INPS Marche, di Pietro Iacono, direttore regionale INAIL Marche e del CEPA Marche. Hanno apportato un contributo alla giornata anche gli interventi di Franco Sturani per la Segreteria dello SPI Marche e di Giuseppe Santarelli, Segretario generale della CGIL Marche, che hanno evidenziato la necessità di un confronto stabile tra enti e patronati.

Previdenza e scenari europei

Il primo panel, “La previdenza italiana in ambito europeo”, introdotto da Giusi Tardini (INCA Pesaro), ha visto la presenza di Roberto Ghiselli (presidente CIV INPS), Ezio Cigna (CGIL) ed Eleonora Medda (INCA Belgio). Moderata da Loredana Longhin della segreteria CGIL Marche, la discussione ha messo in luce criticità e prospettive legate alla mobilità internazionale e all’armonizzazione dei sistemi di welfare.

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Al centro della discussione, la relazione di Eleonora Medda (INCA Belgio), che ha illustrato uno studio sulle principali sfide strategiche dei sistemi pensionistici, a partire dall’invecchiamento demografico, dal rischio di povertà per gli over 65, dal divario pensionistico di genere e dal tasso di occupazione dei lavoratori più anziani.

Medda ha presentato dati e grafici relativi alla spesa europea per la protezione sociale e al recente pacchetto di misure della Commissione europea del 20 novembre 2025, volto a incentivare le forme di previdenza complementare. La discussione si è poi concentrata sulla comparazione tra diversi modelli europei – Germania, Belgio, Spagna, Francia, Regno Unito, Svezia e Lussemburgo – con un’analisi delle età di pensionamento, dei meccanismi di anticipo, dei periodi non contributivi e delle prestazioni ai superstiti.

Buone pratiche e danni da lavoro

La seconda parte della giornata ha visto la presentazione del video celebrativo per gli 80 anni dell’INCA, introdotto da Consuelo Giommarini (INCA Fermo), e una serie di testimonianze di buone pratiche territoriali coordinate da Roberto Cesanelli (INCA Macerata).

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A seguire, il panel “Il difficile riconoscimento delle neoplasie professionali ha affrontato uno dei temi più delicati della tutela del lavoro. Gli interventi di Daniele Mandrioli (Istituto Ramazzini), Marco Sgarbazzini (ASL Roma 6), Roberto Calisti (AST Macerata), Enrico Gasparelli (INCA Pesaro) e dell’avvocato Giancarlo Moro hanno evidenziato la complessità delle procedure medico-legali e la necessità di una forte competenza tecnica per garantire ai lavoratori un adeguato riconoscimento delle patologie professionali. Il panel è stato introdotto da Roberta Cartagine (INCA Ascoli Piceno) e moderato da Loredana Longhin.

Ottant’anni di tutela insieme ai territori

In chiusura, Sara Palazzoli, del collegio di presidenza INCA CGIL, ha richiamato l’impegno dell’INCA nel corso di otto decenni, sottolineando l’apporto della rete dei territori: “In ottant’anni il Patronato ha accompagnato l’emancipazione individuale e collettiva, incidendo su previdenza, assistenza e tutela dei danni da lavoro, grazie a una rete qualificata di operatrici e operatori, in sinergia con medici legali e avvocati, nel segno dell’inclusione e della solidarietà. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la collaborazione costante con le strutture della CGIL e con le Camere del Lavoro in ogni territorio. Insieme abbiamo costruito percorsi per difendere il diritto al lavoro e i diritti di cittadinanza”.

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La giornata di Castelfidardo si è così confermata un’occasione per fare il punto sulle sfide attuali della tutela e per ribadire il ruolo capillare dell’INCA nel sostenere le persone nel loro rapporto con il sistema previdenziale e con le tutele sul lavoro.

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