Con questo slogan il Patronato della Cgil, a 75 anni dalla nascita, rinnova il proprio profilo, senza cambiare la sua missione, che resta ancorata alla promozione e alla difesa dei diritti previdenziali e socioassistenziali.
Il processo di cambiamento della comunicazione, iniziato col nuovo sito istituzionale si completa con questo breve video racconto dell’Inca che, per volume di attività, è tra i principali Patronati in Italia e all’estero.
Ogni anno, l’Inca svolge oltre 3 milioni di pratiche intercettando circa 5 milioni di utenti. Fondato nel 1945, la storia di questo Istituto è strettamente intrecciata con la faticosa opera di ricostruzione del nostro Paese e, insieme alla Cgil, al processo di emancipazione del mondo del lavoro.
Un’attività di assistenza e tutela che, nonostante le difficoltà derivanti dall’emergenza sanitaria, continua a crescere. Soltanto nei tre mesi di lockdown, tra marzo e maggio, sono state aperte circa 550.000 pratiche, di cui quasi la metà (262.000) consisteva in domande di sussidio socio assistenziale, tra cui 129.000 per i “bonus” con causale Covid-19.
“Tutto ciò è stato possibile grazie alla professionalità, al lavoro e al sacrifico di centinaia e centinaia di sindacalisti e sindacaliste della tutela individuale – spiega Dario Boni, del collegio di Presidenza Inca – Con questo rinnovamento vogliamo rafforzare ancora di più e meglio la nostra missione, convinti di rappresentare un presidio sociale prezioso soprattutto in questo momento così difficile per il nostro Paese. Vogliamo continuare ad essere un interlocutore affidabile per gli stessi Enti previdenziali pubblici (in primis Inps e Inail) per far sì che ciascun cittadino possa contare su un valido aiuto per ‘ogni umana tutela’, attraverso il riconoscimento dei diritti, sanciti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, ed evitare che restino soltanto sulla carta”.