Dopo una lunga malattia, ci ha lasciato Raffaele Minelli: un sindacalista autorevole, un intellettuale raffinato, che ha dato un contributo significativo all’evoluzione del movimento sindacale in Italia. Con profondo dolore ne dà il triste annuncio l’Inca, dove Raffaele ha trascorso una parte, seppur breve, della sua lunga carriera di dirigente sindacale, ricoprendo l'incarico di Presidente. Nei quattro anni in cui ha guidato il Patronato della Cgil (2006-2010), Raffaele ha lasciato la sua impronta indelebile avviando una nuova stagione di collaborazione tra Cgil e categorie dei lavoratori attivi, affinché si affermasse il principio della complementarietà delle tutele individuali rispetto a quelle collettive.
Laureato in Chimica pura nel 1972, tra gli anni sessanta e settanta, come responsabile dell’Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Roma, pubblica vari studi sul mercato del lavoro, sul funzionamento del collocamento e sullo sviluppo urbano della capitale. Un filone che lo accompagnerà in ogni tappa della sua vita sindacale, iniziata alla fine degli anni 70 quando è entrato nella Segreteria della CGIL di Roma, per poi prenderne la guida nel 1981 come Segretario generale.
Studio e impegno sono stati costantemente il suo credo, convinto com’era che compito di ogni buon sindacalista dovesse essere quello di mettere a disposizione della collettività le migliori capacità di pensiero e di azione per far crescere nuova cultura e nuova partecipazione. Una fede che ha esercitato sempre, anche come consigliere Cgil al Cnel, senza rinunciare ad essere un uomo semplice, ironico e autoironico, disponibile a supportare chiunque avesse bisogno del suo aiuto.
Lavoro e invecchiamento attivo sono stati i temi a lui molto cari, che lo porteranno ad essere uno dei protagonisti indiscussi delle battaglie sindacali negli anni 90 per la difesa dei diritti dei lavoratori e degli anziani, proprio mentre prendevano forma le profonde riforme del sistema pensionistico. Anche grazie al suo impegno di ricerche e studi, il tema demografico si è imposto come priorità nell’agenda politica dei governi, che si sono succeduti, con cui ha sempre cercato di dialogare per migliorare la condizione delle persone più anziane. Un atteggiamento pragmatico che lo ha fatto diventare un interlocutore affidabile, capace di offrire alla politica spunti di elaborazione sulle politiche previdenziali e socio assistenziali.
Un’autorevolezza, riconosciuta da tutti, anche da chi non condivideva le sue idee, che lo porterà a guidare il Sindacato dei Pensionati della Cgil per un lungo periodo, prima assumendo la carica di Segretario aggiunto nel 1988, poi quella di segretario generale dal 1994 fino al 2002. Sono gli anni in cui si affermano le tanto temute “pantere grigie”, pronte ad accogliere l'invito alla mobilitazione sindacale per ottenere la giusta attenzione dai governi, a cominciare dalla rivendicazione di una riforma sulla non autosufficienza, poi tradotta nella legge quadro 328, approvata nel 2000, in extremis dall’allora uscente governo di centro sinistra. A lui, insieme al suo collega e amico, Mario Corsini, si deve l’intuizione di far nascere l’Auser, come presidio di prossimità per le persone anziane e disabili, così pure l’idea di un sindacato dei pensionati della Cgil, sempre più vicino ai bisogni reali della gente.
Tutte le compagne e i compagni dell’Inca si stringono attorno ai suoi amatissimi familiari, in particolare a Riccarda, sua moglie, e al suo fratello carissimo, Claudio, inviando loro un fortissimo abbraccio.
I funerali si svolgeranno lunedì, 25 gennaio, alle ore 11, c/o la chiesa di Roccagiovine (frazione di Vicovaro mandela)