L’INPS, con circolare n. 25 del 13 febbraio 2020, fornisce ulteriori indicazioni in merito al tema della prescrizione contributiva dei pubblici dipendenti, anche alla luce di quanto disposto dal decreto Milleproroghe. La norma ha previsto, per le sole Amministrazioni Pubbliche, il differimento dei termini di prescrizione al 31 dicembre 2022 della contribuzione relativa ai periodi retributivi fino al 31 dicembre 2015.

Secondo l'Inca, la circolare presenta, tuttavia, criticità importanti in merito alle indicazioni fornite, relative alla valorizzazione dei periodi retributivi per i quali la contribuzione risulta prescritta. Tali criticità sono già state rappresentate alla Direzione Centrale dell’Inps e saranno oggetto di un incontro unitario CGIL – CISL - UIL.

Le normative successive alle istruzioni fornite da Inps nel 2017 - spiega l'Inca in una nota - non sono mai entrate nel merito della modalità operativa di recupero da parte dell’INPS della contribuzione omessa, ma sono intervenute solo sul periodo temporale in cui interveniva la prescrizione contributiva con l'indicazione di un diverso termine di prescrizione dei contributi dovuti distinguendo tra Amministrazioni Pubbliche e datori di lavoro diversi dalle Amministrazioni Pubbliche.

Secondo Inca, è ingiustificabile, quindi, la posizione assunta dall’INPS nell'ultima circolare del 13 febbraio che estende, a domanda, a partire dal 1 gennaio 2020, l’istituto della costituzione della rendita vitalizia (art. 13 Legge 1338/62) con riferimento alla contribuzione prescritta, ai lavoratori o ai datori di lavoro diversi dalle Pubbliche Amministrazioni con contribuzione dovuta alle Casse pensionistiche pubbliche (CPDEL, CPS, CPUG e CTPS), diversamente da quanto stabilito dalla circolare 169/2017 che aveva di fatto delimitato la problematica esclusivamente agli iscritti alla CPI".

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