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Grazie ad un ricorso giudiziario patrocinato dalla consulenza legale di Inca Chieti, Avv. Fabio Giangiacomo, il tribunale di Vasto, con la sentenza n. 177/2021, ha imposto all'Inail il riconoscimento del diritto alla rendita ai superstiti, in favore degli eredi di un dipendente della Sevel Spa, deceduto a causa di un adenocarcinoma del polmone metastatico.
Il Giudice del Lavoro, dott.ssa Silvia Lubrano, nel riconoscere l'origine professionale della grave malattia denunciata nel 2015, ha condannato l'Istituto assicuratore a corrispondere alla vedova e al figlio, minorenne all'epoca del decesso del padre, la somma di oltre 126.000 €, comprensiva degli arretrati.
Nel corso del giudizio, è stato accertato che le mansioni svolte dal lavoratore, verniciatore dal 1986 al 1996, erano eseguite senza i necessari mezzi di protezione, pur essendo indispensabili per svolgere in sicurezza la mansione, particolarmente pericolosa, visto che esponeva gli addetti ad un serio rischio di inalare sostanze nocive. L'attività, infatti, consisteva nell'eliminare le imperfezioni create nella precedente fase di verniciatura all'interno dei furgoni attraverso il carteggio e la verniciatura con prodotti al nitro. Soltanto dal 1999, l'azienda ha provveduto a dare in dotazione mascherine a carbonio attivo idonee.
Vano si è rivelato il tentativo di Inail di giustificare la reiezione della domanda di rendita rivendicata dai familiari della vittima, attribuendo l'insorgenza del tumore alla forte abitudine tabagista del lavoratore e dunque non riconducibile all’attività lavorativa svolta.
Soddisfazione è stata espressa dagli operatori del Patronato della Cgil e dall'avvocato difensore: "Grazie alla tutela dell'Inca, la vedova e il figlio del lavoratore deceduto hanno avuto il giusto riconoscimento dei loro diritti da parte dall'Inail". Inoltre, hanno sottolineato, la Sentenza del Tribunale di Vasto rappresenta un importante precedente per tutti gli altri lavoratori Sevel Spa che sono stati adibiti alle stesse mansioni del verniciatore e che nel periodo dal 1986 al 1996 hanno svolto la loro attività senza adeguati dispositivi di protezione individuale.