“Dopo quattro mesi di silenzio, l’ultimo incontro si era tenuto lo scorso 13 febbraio, il Governo non è stato in grado di dare alcuna risposta, anzi, in questi mesi, contrariamente agli impegni assunti durante la campagna elettorale e con noi al tavolo di confronto di riformare il sistema pensionistico, abbiamo registrato solo passi indietro e una disponibilità generica. Come il gioco dell’oca siamo sempre alla casella di partenza”. Lo afferma la Cgil nazionale a seguito del tavolo di oggi tra i sindacati e la Ministra del Lavoro Marina Calderone sulle pensioni. 

“In questi mesi - aggiunge la Confederazione - si è continuato a tagliare sul capitolo previdenziale, prima in legge di Bilancio a partire dalla rivalutazione dell'importo pensionistico, poi con il fondo precoci e l’azzeramento di altre misure di flessibilità esistenti. Inoltre, si continua a parlare di giovani e futuro ma con il decreto lavoro si aumenta la precarietà, con l’incremento del tetto per l’utilizzo dei voucher e la liberalizzazione dei contratti a termine ; provvedimenti che mettono a rischio la costruzione di una pensione dignitosa”. 

“Il Governo - prosegue la Cgil - non ha indicato quali sono le risorse con cui costruirà la legge di Bilancio, anche considerando che nel DEF non ne sono state stanziate e che non è stato messo in campo nessun provvedimento di contrasto e prevenzione dell'evasione contributiva. La realtà è molto chiara, al netto dei continui slogan elettorali, non c’è alcuna volontà concreta di riformare il sistema previdenziale né tanto meno un mandato chiaro a superare la legge Fornero che dal prossimo gennaio tornerà a essere l'unico strumento di flessibilità in uscita. Nemmeno su opzione donna il Governo ha assunto impegni, anzi, al contrario di quanto ci era stato detto in occasione dell'incontro del 19 gennaio, non c'è alcuna volontà di interventi correttivi per il ripristino della misura”. 

“Entro sera il Governo invierà un calendario di incontri sui singoli temi da affrontare ai quali la Cgil non si sottrarrà, fermo restando che il riferimento rimarrà la piattaforma unitaria e il superamento della Fornero. Abbiamo nuovamente ribadito la necessità di una vera trattativa negoziale e non un mero e inutile tavolo di ascolto per una riforma in grado di dare maggiore equità e solidarietà al sistema, superando definitivamente le rigidità della legge Fornero, con la costruzione di una flessibilità di uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi senza limiti di età, il riconoscimento del lavoro gravoso e usurante, l'introduzione della pensione contributiva di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere, il riconoscimento del lavoro di cura, il rilancio della previdenza complementare negoziale e la piena tutela del potere d'acquisto delle pensioni in essere”, conclude la Cgil.