I Patronati del Ce.Pa (Acli, Inas, Inca, Ital) chiedono un intervento urgente al Ministero del Lavoro, in raccordo con AGID e Inps, per risolvere le criticità legate al rilascio dello SPID per il servizio di Patronato svolto nelle sedi all’estero. "Da oltre un anno - spiegano in una nota conglunta - gli operatori di Patronato che non hanno la cittadinanza italiana e di conseguenza non sono titolari di un documento di identità italiano non possono più svolgere gran parte del lavoro a cui sono adibiti perché non hanno i requisiti fondamentali per il rilascio di una identità digitale".
“Acli, Inca, Inas, Ital hanno denunciato più volte la totale assenza di un dialogo da parte del Ministero del Lavoro senza aver ricevuto, ad oggi, alcuna certezza o riscontro che la problematica possa essere risolta”.
Secondo i Patronati, “la situazione per il servizio che i nostri operatori prestano all’estero è critica: alcuni Paesi sono totalmente privi dello SPID, in altri il numero di operatori che ne sono privi è superiore a quelli che lo hanno”.
“Non vorremmo essere costretti – avverte il Ce.Pa - a dover decidere di far lavorare gli operatori utilizzando la posta elettronica certificata, per l’inoltro delle migliaia di domande quotidiane, che di certo potrebbero mettere in difficoltà soprattutto l’Inps”.
“Auspichiamo, pertanto – conclude la nota - di trovare al più presto risposta alle nostre richieste e una definitiva soluzione che consenta agli operatori di continuare ad assicurare l’esercizio dei diritti dei nostri connazionali all’estero.