Centoquaranta giorni di inidoneità temporanea, causa Covid. E’ quanto l’Inail ha riconosciuto ad una lavoratrice domiciliare per conto di una Asl di Torino, grazie all’intervento di una sede di Inca del capoluogo piemontese, che ha inoltrato regolare denuncia di infortunio.

Contagiatasi presso l’abitazione di un suo assistito, la lavoratrice, risultata positiva ad un tampone durante un controllo in ospedale, è stata messa in malattia dal proprio medico curante per oltre quattro mesi, dal  12 ottobre 2020 al 28 febbraio di quest’anno. Come lei anche altre due sue colleghe sono risultate contagiate, a dimostrazione dell’alta contagiosità del virus. L’attenzione prestata alle misure di prevenzione, il diretto contatto con gli assistiti, che richiedono una cura costante personalizzata, non è bastata a ridurre il rischio di contagio; è bastato un solo caso, per giunta, asintomatico, per aprire la strada al virus, come è successo a questa lavoratrice che quotidianamente entra nelle case delle persone  con fragilità fisiche, psichiche e sociali, anche gravi, per aiutarle nelle pratiche quotidiane.

Di quanto siano esposte le persone che operano  nei servizi sanitari e nell’assistenza sociale, l’Inail fornisce periodicamente un ampio quadro statistico: l’ultimo rapporto dell’Istituto assicuratore, rivela come questo settore – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – resti al primo posto, con il 65,6% dei contagi denunciati e il 24,1% dei decessi codificati.