Domanda:

Vi contatto per chiedervi informazioni in merito ad alcuni aspetti della mia posizione. Lavoro per una casa editrice e da metà marzo svolgo la mia attività interamente da casa. In base agli esami del sangue, dopo una procedura ICSI di fecondazione in vitro, risulto incinta.

Il mio ufficio non è mai stato chiuso e il titolare dell’azienda ha continuato ad andare in ufficio affiancato da una collaboratrice, mentre io e le colleghe abbiamo continuato a lavorare in smart working. Una settimana fa il titolare ha imposto il rientro in sede alle colleghe.

L'ufficio è piccolo, il metro di distanza si avrebbe per alcune postazioni, impossibile da mantenere negli spostamenti in molte parti dell'ufficio. Nonostante il titolare abbia fornito mascherine e gel, non obbliga ad indossarle (usiamo in comune stampante, armadi, bagno..). Inoltre, non ha mai risposto alla mia domanda relativa alle pulizie delle aree comuni (solitamente l'ufficio veniva pulito una volta a settimana da un filippino, giusto pavimenti e sanitari.. ora non so nulla).

Vorrei sapere: Come posso sapere con precisione quali sono gli obblighi del datore di lavoro per garantire la mia salute e cosa posso fare perché vengano rispettati?

Risposta:

Per le donne in gravidanza è prevista la possibilità di astenersi dal lavoro anticipatamente, essenzialmente per due motivi:

1. nel caso di gravi complicanze della gestazione o di preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza;

2. quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino e la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni.

Per attivare la prima opzione la certificazione deve essere rilasciata da un ginecologo del Servizio Sanitario Nazionale. Per la seconda opzione si deve attivare l'ITL. Purtroppo, in merito a gravidanza e COVID 19 esistono soltanto delle raccomandazioni generiche.